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Teatro Regio di Parma. La forza del destino
14 febbraio 2011


Teatro Regio di Parma.

La forza del destino

 

 

 

La stagione 2011 del Teatro Regio di Parma si è aperta nel nome di Giuseppe Verdi con una bella edizione della Forza del destino, il cui unico punto debole era costituito dalla direzione di Gianluigi Gelmetti: staccando  tempi molto “personali”, ha infatti messo in difficoltà, in diversi momenti, tutti gli interpreti, ai quali va comunque dato atto di avere saputo reagire egregiamente. Sin dalla sinfonia  tutto appariva affrettato e privo di potenza drammatica, con scarsa sincronia fra l'orchestra e i cantanti Inoltre, in alcuni passi  dove Verdi prescrive dinamiche particolarmente ampie e ricche di pathos, come per esempio nel finale della grande scena di Leonora del secondo atto, o nella “Vergine degli angeli”, la direzione di Gelmetti era piuttosto monocorde. Malgrado tutto, Dimitra Theodossiou è stata una Leonora entusiasmante, dalla voce calda, piena e morbida, sorretta da un’ottima tecnica. La parte di Alvaro è stata interpretata da Aquiles Machado, che ha sfoggiato una voce ricca di armonici, bei suoni di petto e acuti ben piazzati e ricchi di personalità. Partenza in sordina invece per il baritono Vladimir Stoyanov nelle vesti di Don Carlo di Vargas, in quanto nella scena d’esordio sembrava avere difficoltà nella zona acuta, che appariva poco sonora: in seguito ha però recuperato dando prova di eleganza e morbidezza soprattutto nella zona grave della voce e comunque conferendo maggiore incisività anche agli acuti. Voce scura e interessante quella di Mariana Pentcheva, che ha interpretato in maniera brillante la parte di Preziosilla: vocalmente uniforme sull'intero  range vocale e nelle agilità che il ruolo prevede, è stata però alquanto approssimativa nell’articolazione del testo. Ottimo il basso Roberto Scandiuzzi, un Padre Guardiano dalla voce profonda, calda e rassicurante, come l'immaginario collettivo dei melomani davvero si figura questo personaggio. Bravo anche Carlo Lepore, che nei panni di Fra’ Melitone, oltre all'egregia vocalità, ha saputo strappare un sorriso grazie alla naturale comicità e alle capacità attoriali: da notare, inoltre, l’ottima caratterizzazione del personaggio attraverso il peso conferito alla parola. Bene anche Myung  Ho Kim ( Mastro Trabuco), Adriana di Paola (Curra), Alessandro Bianchini ( Alcade) e Gabriele Bolletta (un chirurgo). Ottimo il coro preparato da Martino Faggiani.

Suggestive la regia e  la scenografia di Stefano Poda: un fondale grigio scuro con al centro due pannelli mobili nella stessa tonalità cromatica che andavano a formare via via tutte le scene, mentre una grande croce al centro della scena caratterizzava l’ultimo atto.  Bellissimo il gioco di luci e ombre che sottolineava ogni passaggio di carattere religioso  mediante raggi di calda luminosità che creavano un emozionante contrasto con i toni più freddi presenti nelle altre scene; molto azzeccato l’uso  da parte del coro delle torce nel buio nel finale del secondo atto .  Nell’insieme, dunque, un allestimento riuscito e un buon esordio di stagione.

 

Valentina Broglia

 

 

 

 

 

 

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